La tomba di Mikao Usui Sensei

La tomba di Mikao Usui Sensei

Alla fine degli anni novanta, Frank Arjava Petter, un Reiki Master tedesco che ha vissuto dal 1993 al 2000 in Giappone, nel corso delle sue ricerche sulle origini della disciplina, ha individuato la tomba di Mikao Usui nel cimitero del tempio Saihoji a Tokyo. Adiacente alla tomba vi è una stele, eretta nel 1927, un anno dopo la morte di Usui, dalla «Usui Reiki Ryoho Gakkai». Sulla stele è incisa la vera storia della sua vita, narrata dal Sig. Ushida, il secondo presidente della Gakkai dopo Usui.

Probabilmente, secondo informazioni riportate in occidente da Chris Marsh ed Andrew Bowling, la Gakkai venne fondata subito dopo la morte di Usui Sensei, pertanto l’indicazione di Usui quale primo presidente sarebbe da ritenersi atto di riconoscenza verso il fondatore (e, in parte, un tentativo di garantire legittimazione alla Gakkai). Arjava Petter, grazie ai successivi contatti con la Gakkai, ha potuto anche ottenere una copia del manuale scritto da Usui per i suoi allievi.

Sembra assurdo ma fino al 1999 tutto ciò che si conosceva su Mikao Usui e sulle origini del Reiki era basato su una fantasiosa leggenda tramandata oralmente dalla Reiki Master Hawayo Takata, (allieva di Hayashi, a sua volta allievo di Usui) e giunta sino a noi grazie a Phyllis Lei Furumoto. Quest’ultima, nipote della Takata, nel 1982 si autoproclamò GrandMaster, leader mondiale del Reiki e fondatrice della Reiki Alliance.
Mentre è grazie ad Hayashi che il Reiki è stato reso noto all’occidente, dobbiamo per lo più alla Furumoto il fatto che la diffusione del metodo sia avvenuta attraverso principi ben lontani dallo spirito del Reiki (trame di potere, forti somme di denaro e duri scontri).

La stele commemorativa a fianco della tomba di Usui Sensei

Stele commemorativa

Sorge spontaneo chiedersi perché l’iscrizione tombale di Mikao Usui sia stata celata all’Occidente? La tomba e la stele sono sempre stati lì e sono accessibili a tutti!

Questo interrogativo spinse Petter ad ulteriori ricerche che portarono progressivamente a ricomporre il vasto puzzle della vera storia del Reiki.
C’è chi afferma che fu lo stesso Usui, agli inizi degli anni venti, a fondare l’Usui Reiki Ryoho Gakkai e a divenirne il primo presidente, altri più verosimilmente ritengono che la Gakkai fu fondata dopo la morte di Usui da alcuni ufficiali di Marina che studiarono con Usui Sensei.
Ad ogni modo Ushida ne divenne il secondo presidente. A lui ne succedettero altri quattro (Taketomi, Watanabe, Wanami, Koyama), fino all’attuale, il signor Kondo.

Altri studenti di Usui non entrarono mai a far parte della Gakkai e continuarono a praticare e ad insegnare individualmente. Un solo occidentale, Chris Marsh, un artista marziale e buddista Tendai, ben introdotto in Giappone, afferma di aver avuto l’opportunità di ricevere insegnamenti diretti da alcuni di questi allievi.

Il dottor Hayashi non è mai stato nominato successore di Usui Sensei, era semplicemente uno degli insegnanti formati da Usui. Nel 1931 Hayashi ha lasciato la Gakkai ed ha fondato una propria scuola (Hayashi Reiki Kenkyukai).

Esistono meravigliose tecniche Reiki, che si stanno diffondendo solo ora in Occidente, che possono essere facilmente integrate nella pratica quotidiana del praticante reiki. Armonizzare conoscenze “occidentali” e tecniche originali orientali con la propria visione personale del Reiki dà modo di lavorare sempre più consapevolmente con l’energia e permette ad ognuno di avvicinarsi all’autentico e puro spirito del Reiki.

Ogni praticante dovrebbe comunque essere grato al dottor Hayashi e alla signora Takata: senza di loro probabilmente non avremmo mai conosciuto il Reiki in Occidente!

Ma la verità sulle origini del metodo non dovrebbe rimanere celata, in particolare per fare in modo che, finalmente, le strutture di potere che nel tempo si sono formate attorno al Reiki si dissolvano.

Il titolo di GrandMaster non esiste e non è mai esistito in Giappone e, come scrisse lo stesso Usui Sensei:

Il Reiki è l’eredità spirituale di tutti gli esseri viventi
non può essere – e non sarà mai – di dominio esclusivo
di un gruppo di persone.