Mentre è grazie ad Hayashi e alla Takata che il Reiki è stato reso noto all’occidente, dobbiamo per lo più ad alcuni allievi di quest’ultima, in particolare a sua nipote, Phyllis Lei Furumoto il fatto che la diffusione del metodo sia avvenuta attraverso principi ben lontani dallo spirito del Reiki (trame di potere, forti somme di denaro e duri scontri).

Phyllis Lei Furumoto

Phyllis Lei FurumotoDue anni dopo la morte di Hawayo Takata, avvenuta nel 1980, sua nipote Phyllis Lei Furumoto, Reiki Master dal 1979, si autoproclamò Grand Master (titolo sconosciuto nella tradizione originaria del Reiki) e con la sua Reiki Alliance contribuì a diffondere il metodo Reiki prima negli Stati Uniti, ed in seguito nel continente americano, in Europa e nel resto del mondo.

Furono stabilite tariffe fisse per i vari livelli – decisamente elevate per il terzo livello (il titolo di Reiki Master).
Inizialmente solo la Furumoto poteva formare altri master poiché agli insegnanti suoi allievi era concesso di iniziare solo al primo e al secondo livello.

Solo nel 1989, Phyllis Lei Furumoto sancì la «liberalizzazione» ufficiale dei Reiki Master nell’ambito della Reiki Alliance (ovvero autorizzò i maestri Reiki a iniziare anche al grado di Master), e così il Reiki si diffuse rapidamente in tutto il mondo.

In verità, a moltissimi Reiki Master stavano stretti i limiti burocratici ed economici imposti dalla Furumoto e così ben presto non ne riconobbero più l’assoluta autorità fondando nuove associazioni o divenendo Reiki Master indipendenti.

Di questo periodo ci dà una testimonianza Carell Ann Farmer, una Reiki Master del primissimo gruppo della Reiki Alliance:

Lettera aperta di Carell Ann Farmer

“Cari Reiki Master,
scrivo questa lettera per esporre la mia verità in risposta agli avvenimenti che attualmente circondano la pratica del Reiki, in particolare, intorno al ruolo di Grand Master, al concetto di un unico titolare di diritto dell’eredità, del lignaggio, della registrazione del marchio e dell’emissione di licenze.
Scrivo per fornire un quadro più completo dello sviluppo del sistema Reiki di Usui. Scrivo perché ora ho il coraggio e la volontà per farlo. Scrivo per incoraggiare altre persone a rendere pubbliche le loro verità. Scrivo al fine di rendere onore alla forza vitale per come si manifesta dentro di me.
Nel gennaio del 1981 fui iniziata da Phyllis Furumoto ai primi due livelli Reiki. Durante il seminario di primo livello ricevetti tre doni:

  • la consapevolezza che ero un’insegnante di questa arte per la guarigione naturale (che allora era conosciuta come “Reiki – un’arte giapponese per la guarigione naturale”);
  • la consapevolezza che si trattava di un cammino individuale e che la mia saggezza interiore mi avrebbe sempre guidato;
  • la consapevolezza che quando imponevo le mani avveniva la guarigione.

La concretizzazione di questa saggezza è aumentata durante gli anni successivi in virtù delle sfide che mi si sono presentate.
Fui iniziata a Reiki Master il 1° aprile 1982. Ero la quarta Master iniziata da Phyllis. Le pagai 10.000 dollari. Phyllis mi chiese di assumermi due impegni: onorare il Reiki come tradizione orale e farne la mia sola fonte di guadagno. Mi impegnai, quindi, a realizzare il master in me. Ho tenuto fede al mio impegno per la tradizione, anche se all’epoca in cui lo assunsi non sapevo bene che cosa significasse.
Ero un genitore single con due figli e nessun’altra fonte di guadagno. Credere che l’universo mi avrebbe fornito in toto tutto ciò di cui avevo bisogno per mantenere la mia famiglia fu un enorme salto nella fede. Il mio lavoro di insegnante di guarigione naturale e la mia vita sono stati sostenuti da questa pratica. Sono stata invitata a viaggiare in lungo e in largo per tenere seminari e fare trattamenti. È stata una profonda esperienza di aiuto e di amore. Questo mi ha insegnato l’essenza del Reiki.
Ho mantenuto il mio impegno di farne la mia sola fonte di guadagno. Il 1° aprile 1996 ho portato il mio lavoro di guarigione nel mondo del commercio, dove sono cresciuta in esperienza e in forza, fronteggiando la politica e il bisogno di fondo di guadagnare.
Vivo la pratica del Reiki silenziosamente e continuo ad approfondire la mia comprensione di ciò che significa seguire la mia saggezza interiore e a dedicare la vita a essere sempre più competente nel mio ruolo di Master.
Parte dei ricordi che desidero condividere sono frammenti di conversazioni che Phyllis ebbe con me durante i miei seminari di Primo e Secondo Livello, la mia successiva preparazione a Master e l’amicizia che ci fu tra di noi per molti anni.
Ho mantenuto il silenzio su tali conversazioni in base alla mia etica, ma ora la relazione con Phyllis non esiste più, e questo per mia scelta. Per molti anni ho sentito di non potermi allineare con il controllo e il potere che essa esercita attraverso il suo ruolo. Phyllis e io eravamo forti catalizzatrici l’una dell’altra, ma ognuna di noi ha il proprio destino da compiere e, come in tutte le relazioni, abbiamo il diritto di essere d’accordo o in disaccordo.
Voglio affermare chiaramente che non ho alcun interesse a far apparire Phyllis in errore per le scelte che ha compiuto. Intendo solo parlare con il mio cuore, e alcune delle cose che ho da dire sono in disaccordo con le sue scelte. Questa dichiarazione è per me difficile, perché lei è stata mia insegnante e amica e uno dei principi del Reiki prevede di onorare i propri insegnanti.

Incontrai Phyllis poco dopo la morte di sua nonna, Hawayo Takata, e rimanemmo in stretta associazione per un periodo di diversi anni (dal 1981 al 1984). Phyllis aveva fiducia in me e mi parlò senza risparmiare dettagli di quanto fosse confusa a proposito della morte della nonna senza che fosse chiarito il suo futuro ruolo, della mancanza di direttive che sentiva nella propria vita e della paura dell’opportunità che aveva di fronte a sé di farsi avanti nella posizione che era stata occupata dalla nonna.
Ricordo il giorno in cui arrivò a casa mia e dichiarò di aver preso una decisione. Disse: “Andrò avanti per il denaro”. Aveva deciso di proseguire il lavoro della nonna – insegnamento in seminari, iniziazioni di Master – per le potenzialità di guadagno.
Phyllis iniziò quattro Master tra il febbraio 1981 e l’aprile 1982, quindi cominciò a progettare il primo convegno dei Reiki Master nelle Hawaii (Aprile 1982) e il servizio commemorativo per la nonna. Per molti versi stava già agendo come se si trovasse nei panni di sua nonna. L’affermazione “continuerò per il denaro” mi colpì profondamente; mi sembrò sbagliato in base alla mia esperienza con il Reiki. Nonostante fossi una neofita, avevo sentito la profondità intrinseca del Reiki e l’impatto spirituale, mentre la sua decisione era materialistica. Secondo la mia esperienza, non c’era consapevolezza spirituale in ciò e ne sentivo il paradosso. La mia confusione riguardo l'”onorare la mia insegnante” aumentò.
Sedetti nel cerchio del primo convegno dei Reiki Master nel 1982, dieci giorni dopo essere stata iniziata a Master. Ascoltai le storie su come la Takata avesse preparato ciascun Master in modo diverso. Tracciammo insieme i simboli, e fu uno choc per l’intero gruppo scoprire che erano diversi: simili per certi aspetti ma diversi per altri. Che cosa significava questo? Le discussioni in proposito ci portarono a decidere che avremmo usato tutti gli stessi simboli, ma non ricordo esattamente il modo in cui arrivammo a determinare quelli corretti. Fu l’inizio del tentativo di standardizzazione.
Il metodo originale di insegnamento della Takata era fonte di grande disagio: non comprendemmo l’importanza dell’unicità; eravamo giunti là con la nostra nozione tutta occidentale di uniformità.
Dalla discussione sembrò che nessuno del gruppo avesse compreso la reale funzione dei simboli quali catalizzatori del risveglio interiore e della connessione con l’Energia.
Se all’epoca fosse stato compreso, non ci saremmo impegnati in quel processo basato sul bisogno di simboli esattamente uguali per tutti. E adesso lo comprendiamo? Capiamo che il metodo di insegnamento della Takata permetteva a ciascun Master la libertà di scoprire la sua personale unicità? Capiamo che ogni Master è unico?
Anch’io vissi la confusione per il fatto che nessun successore era stato designato. Barbara Weber Ray rappresentava se stessa come aspirante leader e questo creava qualche preoccupazione perché essa aveva intrapreso azioni e stava avanzando pretese a seguito di qualche accordo con la Takata, inoltre era stata invitata al convegno ma aveva declinato l’invito.
Fu chiesto a Phyllis che cosa le avesse detto la Takata prima di morire; essa rispose che la nonna sperava che lei seguisse le sue orme, ma senza dire alcunché di definitivo. Fu chiesto a Phyllis se la Takata le avesse fornito una qualunque conoscenza supplementare sui simboli. Essa rispose di no, ma era la sola persona ad aver cominciato a iniziare dei Master e in molti modi stava presiedendo il convegno. Disse di essere aperta alla possibilità di essere prescelta in qualità di colei che avrebbe seguito le orme della Takata, e alla fine questo fu ciò che sembrò accadere.
Sembrava che nessuno volesse assumersi la responsabilità di quel ruolo tranne Phyllis e nessuno comprese realmente che cosa stava per accadere. Credo che nessuno di noi avesse la più pallida idea di come il Reiki avrebbe potuto essere portato avanti senza un leader.
A quel convegno ricevetti un altro profondo dono. Ebbi una potente esperienza riguardante il concetto di Grand Master. Sapevo nel profondo di me stessa di avere il potenziale per essere una Grand Master, ma ero appena stata iniziata a Master ed ero considerata la “bambina” del gruppo: la possibilità di visualizzare me stessa nel ruolo di Grand Master o l’idea di dire che avevo una profonda conoscenza interiore era ridicola e terrificante. Scelsi di non parlarne.
Vorrei aver avuto il coraggio e la fede per parlare; avrebbe potuto rendere molto diverso il futuro del Reiki. Mi è chiaro che, se avessi parlato, si sarebbe aperto un dibattito sul concetto di Grand Master. Il futuro del sistema Reiki di Usui sarebbe potuto apparire molto diverso. Ipotizziamo per un momento una discussione sul concetto di Grand Master fra quei Reiki Master: Grand Master non come titolo o posizione, ma come possibilità alla quale tutti e ognuno di noi può aspirare. Credo che, a qualche livello, tutti i presenti a quel convegno avessero questa esperienza energetica tale da renderli potenziali Grand Master.
Mentre partecipavo al convegno, sentivo l’energia attraverso il mio corpo, la piena forza e il potenziale di quella consapevolezza. So che tutti abbiamo l’opportunità di dirigere la nostra vita in modo da diventare Grand Master. Potremmo chiederci: “Che cosa significa Grand Master?” Significa una potente focalizzazione spirituale che ci spetta per diritto di nascita. Dare vita a questo significato è abbastanza diverso dall’agire come se fossimo Grand Master. Se il titolo comporta una designazione onorifica, credo che esso debba essere guadagnato vivendo una vita esemplare.
A mio parere abbiamo tutti dimenticato l’ingenuità dei partecipanti al convegno. Era la prima volta che un gruppo di Reiki Master si riuniva in America. Sostanzialmente eravamo tutti “bambini” nella pratica del Reiki, mentre ci trovavamo a fronteggiare questioni che richiedevano saggezza e maturità. Ritengo che nessuno cominciò neppure a capirlo, all’epoca. La mancanza di comprensione del discorso della successione, la confusione sul metodo di insegnamento della Takata, le variazioni tra i simboli, la minaccia che Barbara Weber Ray avrebbe riempito il vuoto lasciato dalla morte della Takata: tutto ciò era espresso dalle paure all’interno del gruppo.
Nessuno sapeva della decisione di Phyllis di “andare avanti per il denaro” tranne me, e io non divulgai quell’informazione. Nessuno dei presenti prese la mancata designazione di un successore da parte della Takata come dimostrazione che non ci sarebbe dovuto essere un successore. È invece possibile che questa sia la verità.
Al successivo convegno dei Reiki Master, tenuto nel 1983 a casa di Barbara Brown, nella Columbia Britannica, ci fu un ulteriore sviluppo: venne istituita la Reiki Alliance. Non ricordo più esattamente i dettagli, ma rammento che Phyllis agiva come se fosse la leader, e la maggior parte delle persone si muoveva in base all’energia della situazione.
Ricordo anche che ci vollero giorni di lavoro per stilare la dichiarazione d’intenti della Reiki Alliance. Fu l’inizio dell’ulteriore occidentalizzazione del Reiki.
In quanto persone nate e cresciute in Occidente, abbiamo un certo insieme di valori e stili di vita. Quando questi valori vengono applicati a un insieme di altri valori provenienti da diversa cultura, questi cambiano il loro significato originario. Nel caso del Reiki credo che abbiamo deviato fortemente dall’insegnamento e dagli intenti originari.
Per comprendere una cultura diversa sono necessari studio e contemplazione approfonditi, invece il solo strumento che avevamo per comprendere era la nostra struttura mentale occidentale. Questa struttura mentale occidentale, combinata con la motivazione propria di Phyllis, portò quest’ultima a farsi riconoscere Grand Master e, più tardi, a proclamarsi detentrice della discendenza.
Attualmente essa è la sola erede di diritto del sistema Reiki di Usui. Non credo che quello che uscì provenisse dall’energia del sistema in sé, ma che fosse piuttosto un prodotto della mentalità occidentale e dell’ambizione di Phyllis.
Al successivo raduno della Reiki Alliance, qualcuno dei Master chiese a Phyllis di parlare di ciò che accadde alla morte della Takata e di come si svolsero i fatti che la portarono a proclamare il suo diritto a succederle. Essa cominciò a raccontare una storia inventata, e io la richiamai alla verità.
Phyllis ritrattò le sue affermazioni, ma la domanda rimase priva di risposta.
Dopo il raduno lasciai la Reiki Alliance. Sentivo che Phyllis aveva costruito attorno al sistema Reiki di Usui un edificio che in realtà era una protezione per i suoi scopi. Cominciai a seguire un mio cammino personale nel Reiki. Iniziai a imparare a seguire la mia saggezza interiore.
Nel corso di questi ultimi diciannove anni ho lavorato per approfondire la mia comprensione e integrare quei tre doni ricevuti ai seminari dei primi due livelli e il quarto, ricevuto durante il convegno alle Hawaii nel 1982. Queste esperienze spirituali sono state le mie guide durante il viaggio. Esse mi hanno portato a sempre maggiore semplicità e amore, il che è una benedizione nella mia vita.
Non sono d’accordo con le complesse nozioni che vengono correntemente espresse da Phyllis a proposito della pratica del Reiki. Non sono d’accordo con alcuna delle nozioni connesse con un ruolo di Grand Master, con un ufficio di Grand Master, con il suo dichiararsi portatrice di discendenza, unica crede di diritto del Sistema Reiki di Usui, né con le tariffe per ottenere la licenza, perché queste cose non appartengono al sistema in sé.
A che cosa serve tutto ciò? Chi trae vantaggio da tutta questa situazione? A me sembra che sia Phyllis.
Le nozioni di forma, disciplina e pratica sono inerenti al modo in cui questa arte di guarigione è presentata dal Reiki Master: per lo meno questo era vero un tempo.
Nella tradizione orale, ciò a cui veniva data enfasi era la scoperta di sé, e questo si incarnava nel concetto: “permetti all’Energia di guidarti”. Non c’è bisogno di lunghi trattati per questo. Confida nel fatto che il Reiki Master lo viva e lo modelli. È semplice. È reale.
Siamo tutti fondatori di lignaggio, eredi di diritto e potenziali Grand Master. Non è l’esclusivo diritto di una persona.
Abbiamo una grande opportunità di liberarci dalla confusione e di ritornare all’autentica semplicità di questa dolce pratica. Credo che oggi abbiamo tutti la maturità e la comprensione necessarie per parlare, per essere ascoltati e per portare avanti la dignità e l’integrità di questo insegnamento. Siamo tutti responsabili di quello che è accaduto e siamo tutti responsabili del futuro.
Essere Reiki Master significa mantenere una promessa sacra. Questa purezza di cuore è l’essenza di ciò che dobbiamo condividere. Prego perché insieme possiamo portare avanti questa purezza per chiarire il passato, vivere quello che insegniamo e insegnare quello che viviamo. Vi mando questa lettera con amore e molte benedizioni.”

Carell Ann Farmer, 31 dicembre 1997